Le vere ragioni delle dimissioni di Dècina, uomo di fiducia del PD, non saranno mai rese note, ma certo è che sono giunte nel momento politico in cui i partiti di maggioranza sono alla resa dei conti e cominciano a pensare di rimettere sul tavolo della spartizione del potere le posizioni di sottogoverno più importanti per ristabilire i nuovi rapporti di forza scaturiti dalle ultime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013. Ad esempio, la presidenza di Angelo Cardani, uomo di fiducia di Monti quando era capo del governo, potrebbe essere reclamata dal PD. In tal caso, le dimissioni di Dècina arrivano come il cacio sui maccheroni per aggiornare il manuale Cencelli secondo il quale l’UDC è prevedibile che perda il suo consigliere (Francesco Posteraro) a favore del Movimento 5 Stelle come forza politica emergente non rappresentata in AGCOM. Se tale ipotesi verrà confermata ne vedremo delle belle in AGCOM dove a rischio di ribaltamento sono la Direzione Servizi Media e la Direzione Reti e Servizi di Comunicazione. Ma è questa l’Autorità indipendente di cui la politica si lava tanto la bocca?
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