Angela Maria Cozzani: Fondazione Canottieri Italiani, una vera perla italiana in Argentina

(Sullo sfondo della Fondazione, il duce Amedeo di Savoia e Angela Maria Cozzani)

Da molti anni Angela Maria Cozzani dedica una particolare attenzione alla presenza storica degli italiani in Argentina. Tra le sue ricerche troviamo, ad esempio, la storia di Luigi Luiggi, l’ingegnere che ha svolto un ruolo fondamentale nella costruzione del Puerto di Belgrano a Buenos Aires. Inoltre, la Cozzani ha dedicato aun articolato studio sulle famiglie italiane che hanno reso famose nel mondo la cantine vitivinicole in Argentina. Nell’intervista di seguito, la Cozzani si sofferma sul prestigioso Club Canottieri Italiani con sede a Buenos Aires.

Ma come è nata questa famosa Società in Argentina?

Nel 1904 il duca d’Abruzzo, Luigi Amedeo di Savoia, fu invitato in Argentina nel paese dall’allora presidente Julio A. Roca e tra i viaggi organizzati per lui si recò ad assistere ad una regata di canottaggio sul fiume Luján nella città di Tigre, Povincia de Buenos Aires. La zona di Tigre si trova a nord della città di Buenos Aires, a poco più di trenta chilometri dalla Capitale. Più precisamente è  situata  tra i fiumi  Paraná de las Palmas, Luján e De la  Plata. Le numerose isole che lo compongono rendono il luogo un’attrazione turistica oltre che un sito privilegiato per gli sport acquatici.

E che ha fatto il Duca?

Si è reso conto che gli italiani non avevano uno Yacht Club come altre comunità, ad esempio, quella inglese e tedesca. A quel punto si mise direttamente in contatto con la comunità italiana in Argentina proprio per creare club tricolore. Fu così che nel 1910 un gruppo di italiani, circa 700,  fondarono il Club Canottieri Italiani su un appezzamento di terreno di fronte al fiume Luján. L’architetto dell’opera è stato l’italiano italiano Virgilio Colombo che ristrutturò una vecchia casa della nota famiglia argentina Vivanco. Il suo intervento è stato, comunque di breve durata.

Perché?  Cosa è successo?

Venne semplicemente sostituito da un altro architetto, Gaetano Moretti, al quale venne affidato l’ultimazione dell’opera. Ebbene, Moretti si ispirò a due noti edifici: il Palazzo Ducale di Venezia per la facciata e lo stile bizantino delle finestre e il Palazzo Contarini del Bovolo, sempre di Venezia, dal quale copiò la scala a chiocciola su uno dei sui lati. In questa fase ci fu anche l’intervento del grande artista Enrico Albertazzi che realizzò parti delle vetrate ispirate al porto di Venezia in epoca medievale. C’erano inoltre riferimenti alla  chiesa veneziana di San Marco e al porto di Ostia, il più importante dell’Impero Romano. Il palazzo è stato, inoltre, dotato di due affreschi raffiguranti San Giorgio, patrono di Genova, mentre combatteva un drago. Un altro affresco mostrava  Amerigo Vespucci impegnato a realizzare una mappa del continente americano: mappa il cui originale attualmente si trova a Firenze.

Ma, in campo sportivo, come si sono comportati i canottieri italiani di Buenos Aires?

Hanno avuto i loro momenti di gloria. Ad esempio, la squadra ufficiale Canottieri, che comprendeva l’italiano Tranquilo Capozzo e l’argentino Eduardo Guerrero, hanno vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici del 1952 a Helsinki (Finlandia) nella categoria “Double Scull” o Double Pair in rappresentanza dell’Argentina.  Rimangono ancora oggi gli unici vincitori di medaglie d’oro nel canottaggio.

Chi può iscriversi al Club?

All’inizio, per far parte del club era necessario essere di origine italiana o avere una raccomandazione da parte di un altro membro. Oggi sono ammessi anche membri non appartenenti alla comunità italiana. Rimangono, invece, intatte le feste tradizionali come la celebrazione della Festa della Repubblica Italiana. Tra gli obiettivi della Cannotieri rimane sempre la ricerca di infondere nelle nuove generazioni il piacere di stare in compagnia di amici e familiari, nonché di godere di una sana vita sportiva. Non v’è dubbio che il Club rappresenta per la comunità italiana un fiore all’occhiello e un esempio concreto e positivo della presenza degli italiani in Argentina.

Rainero Schembri