APPELLO DELLA REA AL CAPO DELLO STATO CARLO AZELIO CIAMPI PER IL RISPETTO DEI
PRINCIPI ISTITUTIVI DELLA LEGGE 249/97 SULLA NOMINA DEI MEMBRI
DELL’AUTORITA’ PER LE COMUNICAZIONI
Signor Presidente,
il Parlamento ha recentemente votato la nomina dei membri per le Autorità di Garanzia per le Comunicazioni e per la tutela dei dati personali.
In particolare, per l’elezione dei membri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, vogliamo segnalarLe come, a nostro giudizio, non siano stati minimamente rispettati i principi istitutivi dell’Autorità, sanciti dal legislatore nella Legge 31 Luglio 1997 n. 249.
La Legge 31 Luglio 1997 n. 249 infatti, all’art. 1 recita ” E’ istituita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di seguito denominata “Autorità”, la quale opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione”, ed ancora, all’art. 1 comma 5 della medesima Legge “Ai componenti dell’Autorità si applicano le disposizioni di cui all’articolo 2, commi 8, 9, 10 e 11, della legge 14 novembre 1995, n. 481”.
Particolare importanza assume dunque l’art. 2, comma 8 della L. 481/95 che recita “I componenti di ciascuna Autorità sono scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore; … (omissis) A pena di decadenza essi non possono esercitare, direttamente o indirettamente, alcuna attività professionale o di consulenza, essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici o provati né ricoprire altri uffici pubblici di qualsiasi natura, ivi compresi gli incarichi elettivi o di rappresentanza nei partiti politici né avere interessi diretti o indiretti nelle imprese operanti nel settore di competenza della medesima Autorità. … (omissis) “.
Alla luce di quanto sopra ci chiediamo quindi quali garanzie di indipendenza potranno fornire agli operatori del settore, agli utenti, ai consumatori e ai Cittadini che a vario titolo si rivolgeranno all’Autorità, che per definizione è indipendente, quei Commissari nominati dal Parlamento che tutt’ora ricoprono incarichi di Governo.
La questione non è semplicemente il chiarire se tali membri del Governo siano o no eleggibili alla carica di Commissario, ovvero se vi sia o meno incompatibilità che non vuol dire ineleggibilità a fronte di una rinuncia, e quindi se vi siano possibili contrasti con quanto sancito dall’art. 2, comma 8 della Legge 481/95 citata.
D’altro canto non stiamo parlando di cariche elettive come possono essere il mandato parlamentare nazionale ed europeo ove non vi sono ancora chiare norme sul conflitto d’interessi, ma stiamo parlando di cariche istituzionali che dovranno garantire il corretto sviluppo del mercato dello specifico settore e soprattutto garantire che non possano formarsi o consolidarsi monopoli in danno dell’intero sistema economico e imprenditoriale del Paese e soprattutto che non vengano conculcati libertà e pluralismo dell’informazione.
Il problema appare etico e in stretto riferimento al principio di “indipendenza” che i due Sottosegretari nominati, essendo tuttora membri di Governo in carica e portatori di specifici interessi della compagine politica che tutt’oggi guida il Paese, o avendo cessato dall’incarico non appena il Presidente del ramo del Parlamento che li ha dichiarati eletti ne ha dichiarato il nome – ma comunque ancora fortemente inseriti nel loro ruolo – non appaiono ai nostri occhi assolutamente indipendenti né dal potere politico che li ha voluti al Governo né dalla gestione politica ed economica dello specifico comparto delle telecomunicazioni, tale che sia fornita adeguata garanzia di totale e cristallina indipendenza ai singoli soggetti e alle controparti che si troveranno innanzi nella loro attività di Commissari dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Non si tratta, Signor Presidente, di voler contrastare per puro ostruzionismo o interesse politico di parte le nomine effettuate dal Parlamento, si tratta solo di applicare quei principi volti a realizzare le condizioni per una reale “indipendenza” delle Autorità di controllo che Ella ha più volte richiamato, da ultimo nel suo viaggio nel Regno Unito, riferendosi al ruolo delle Autorità di controllo finanziarie proprio nel giorno in cui il Parlamento si apprestava a votare i membri delle Autorità, nell’interesse generale degli operatori, che nello specifico settore sono in grado di generare una crescita sociale, culturale ed economica del nostro Paese.
L’indipendenza dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, così come per le altre Authority di controllo in Italia, non è solo garanzia al Paese per un corretto sviluppo del settore o dei settori economici di riferimenti nelle loro diverse forme espressive e produttive, ma si pone come elemento imprescindibile a vantaggio dell’intero sistema Europeo e mondiale del mercato, in questo caso delle telecomunicazioni, di cui dobbiamo essere parte importante con un’ Autorità di controllo “veramente indipendente e trasparente”.
Dal problema dell’indipendenza reale delle Autorità di controllo non possono essere esclusi i media della carta stampata che, sempre più, ricorrono alle nuove tecnologie e ai moderni mezzi di comunicazione di massa per raggiungere il loro pubblico e che sono parte integrante di quel processo di crescita che fa del pluralismo dell’informazione la vera leva per uno sviluppo equilibrato e democratico del nostro Paese, in un contesto Europeo oggi allargato a 25 Paesi.
Proprio in tale contesto Europeo i Paesi membri devono potersi confrontare anche, non solo, sull’affidabilità e l’indipendenza dei propri organi di controllo interno per quei settori considerati nevralgici, per agevolare lo sviluppo dei mercati e delle economie in maniera equa e solidale come fattore comunemente condiviso di crescita democratica e pacifica dell’Europa del terzo millennio.
La nomina di due Sottosegretari si configura quindi – a nostro giudizio – come un atto gravissimo e rappresenta la chiara volontà di rendere inefficaci quei principi di indipendenza delle Autorità per i servizi di pubblica utilità già sanciti dalla Legge 14 novembre 1995 n. 481 a cui espressamente rimanda l’art.1 comma 5 della Legge 31 Luglio 1997 n. 249 istitutiva dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Nello specifico, e per quanto di nostra competenza, la nomina dell’attuale Sottosegretario alle Comunicazioni a Commissario dell’Autorità appare non solo fuori luogo, per quanto sopra espresso poiché il ruolo da lui attualmente ricoperto rappresenta una ingerenza indebita del Governo volta a controllare un ente indipendente per il tramite di un Suo esponente politico di primo piano, già proprietario e azionista nel settore televisivo. Ma ammesso che sia Costituzionalmente legittimo che un Sottosegretario diventi improvvisamente Commissario e garante indipendente rispetto agli interessi di parte che rappresentava sino al giorno prima, il Sottosegretario-Commissario ci appare la persona meno adatta a tutelare gli interessi della pluralità degli operatori del settore delle comunicazioni, essendo egli il promotore e colui che ha seguito e difeso sino in fondo l’iter di quella Legge 3 maggio 2004 n. 112 che, senza scendere troppo nel dettaglio della complessa vicenda istituzionale, Ella ha motivatamente rinviato alle Camere e ha poi firmato per obbligo Costituzionale, e oggi comprime il settore delle comunicazioni – rafforzando il duopolio.
Essa inoltre ha dato un avvio forzato al digitale terrestre che rischia di cancellare dal mercato gli operatori minori o che non hanno le possibilità di riconvertire così rapidamente la loro attività imprenditoriale in ottemperanza alla citata legge, con il rischio, oramai scontato, della sparizione di soggetti comunque importantissimi sia da un punto di vista del servizio pubblico territoriale che più genericamente per realizzare un compiuto pluralismo dell’informazione a livello nazionale.
Inoltre, Signor Presidente, se dovessimo poi considerare gli altri aspetti, sempre di primo piano, richiamati dall’Art. 2, comma 8 e seguenti della Legge 481/95, ci dovremmo soffermare su un attento esame del curriculum accademico e professionale dei candidati per poi esaminare con attenzione, onde evitare un avallo istituzionale del conflitto d’interessi, le partecipazioni dirette o indirette in Italia e all’estero, dei candidati nel settore economico-imprenditoriale in cui si appresteranno ad operare come Commissari.
Le chiediamo pertanto Signor Presidente di voler vagliare attentamente i nominativi votati dal Parlamento, che saranno sottoposti alla Sua firma, perché rispettino tutti i dettami della normativa vigente e possano fornire pubblicamente reali e concrete garanzie di totale indipendenza per una vera tutela del mercato e di tutti gli operatori del settore.
La nomina di Commissari che possa dar adito, oggi o in futuro, a dubbi sulla loro reale condizione di conflitto d’interessi, se pur latente, porrebbe un gravissimo pregiudizio all’intero operato del prossimo mandato dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con conseguente danno incalcolabile all’intero comparto delle comunicazioni in Italia ed in Europa, senza contare il danno d’immagine internazionale che tali nomine, se fatte, attirerebbero sul nostro Paese e sulle Istituzioni che le hanno avallate.
Per tale motivo Le chiediamo Signor Presidente di non avallare con la Sua firma, posta sul Decreto Presidenziale, tali nomine perché nessuno possa in futuro utilizzare il DPR da Lei firmato per sancire la legalità del conflitto d’interessi, in quanto avallato dalla massima Autorità della Repubblica Italiana.
31 marzo 2005
Antonio Diomede – Presidente R.E.A. – Radiotelevisioni Europee Associate
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