CORONA VIRUS AZZERA LA PUBBLICITA’ DI RADIO E TV LOCALI
(Le emittenti locali chiedono aiuto al Governo)
Le sottoscritte organizzazioni, nell’apprezzare e condividere la campagna di prevenzione messa in atto dal Governo per affrontare la delicatissima situazione sanitaria che si è venuta a creare in seguito alla infezione da corona virus della popolazione, sottopone all’attenzione del Presidente del Consiglio, dei Ministri del Lavoro, dello Sviluppo Economico e il Presidente AGCOM per quanto di sua competenza, la gravissima crisi economica che si è venuta a creare nel comparto informativo delle emittenti locali conseguente alle disdette del 90% dei contratti di pubblicità pervenute nelle ultime 48 ore come conseguenza delle restrizioni nei contatti tra le persone, delle attività commerciali, artigianali e dei servizi al pubblico. Tale situazione, che si aggiunge alla nota crisi dell’emittenza radiotelevisiva locale, richiede un efficace intervento del Governo con misure di sostegno finanziario a fondo perduto che garantiscano il proseguimento dell’esercizio informativo locale di pubblica utilità svolto capillarmente fino all’ultimo miglio del Paese in occasione della campagna di prevenzione anti corona virus similmente a quella svolta nel lodigiano da Radio Codogno e nel Bresciano da Super TV e da Tele Boario, Radio Radio – Radio Ti Ricordi – Canale 10 e Teleambiente nel Lazio, Radio Dolce Vita e Radio Frash nel ferrarese, Studio 54 Network in Calabria e Basilicata, Radio Magic e ARC 101 in Campania, Studio 5 – RTM e Video M Italia in Puglia, Radio Rete Centrale e Radio Smile in Sicilia, TRS TV e Video Tolentino nelle Marche. L’elenco sarebbe lunghissimo. Abbiamo voluto citare solo quelle che siamo riusciti a sentire in queste ore di bufera corona virus. Infatti nel settore operano 1200 imprese radiofoniche e 400 televisive con un livello occupazionale di 7000 dipendenti, ivi compreso l’indotto e le Partite IVA, ai quali alla fine del mese di marzo e nei mesi successivi non si potrà assicurare la busta paga. Oltre agli stipendi non si potrà far fronte al pagamento dei relativi contributi previdenziali e assicurativi, tasse in scadenza, fatture per consumi di energia elettrica, diritti SIAE e Diritti connessi, contributo dovuto all’Autorità in scadenza il 1 aprile 2020 e le eventuali sanzioni conseguenti alle contestazioni in corso che AGCOM farebbe bene ad archiviare. In sostanza non provvedendo al soddisfacimento delle predette spese, la quasi totalità delle radio tv locali sarà inesorabilmente condannata alla chiusura con gravissimo irreparabile danno alla democrazia costituzionale, articolo 21 della Carta e alle libertà collegate, come il diritto d’informare ed essere informati, la libertà d’impresa e il diritto al lavoro dei 7000 occupati. Tale reale scenario potrà essere scongiurato con un immediato modesto intervento finanziario del Governo :
- Prevedere, per tutte le imprese radiotelevisive locali, la erogazione di un contributo a fondo perduto pari al 90% delle spese iscritte nell’ultimo bilancio o nelle dichiarazioni dei redditi 2019 in modo da poter serenamente far fronte alle spese correnti per tutto il 2020 come paghe e stipendi, contributi di legge, spese di esercizio e affitti. La spesa prevedibile è di 150 milioni di euro da iscrivere a carico del Bilancio dello Stato.
- Modificazione del DPR 146/17 nel riparto del fondo per le tv commerciali : 1) abrogando lo scalone dei primi 100 in modo da assegnare il contributo, a tutte le emittenti in graduatoria, senza distinzione, in modo proporzionale alla forza lavoro impiegata; 2) innalzando dal 5% al 20% la quota di riparto per le tv comunitarie; 3) innalzando dal 15 % al 30% la quota assegnata alle radio in considerazione delle ingenti spese che dovranno affrontare per l’attuazione del DAB+
Una doverosa precisazione. L’intervento finanziario del Governo non dovrà essere un “assalto alla diligenza” come si è fatto con il fondo per il sostegno al pluralismo dell’informazione di cui al Regolamento DPR 146/17. Si informa che non è condivisibile assegnare ulteriori fondi a selezionati gruppi di emittenti direttamente o indirettamente collegate alla nota lobby confindustriale del settore così come si è vergognosamente fatto con il DPR 146/17. “ A buon intenditor poche parole” per poi non trovarci nella condizione di denunciare pubblicamente atti collusivi della politica e del Governo con siffatte lobby. A tal proposito ringraziamo il Presidente del Consiglio e il Ministro Gualtieri per aver più volte ribadito a nome del Governo che “nessuno perderà il posto di lavoro” . E’ ciò che ci auguriamo sempre che il Governo condivida integralmente quanto proposto.
Alla presente si allega il Patto di Azione, sottoscritto da ConfSal/LiberSind e REA/ConfLavoro, per la difesa della piena occupazione nel segno della libertà d’impresa nel comparto della comunicazione radiotelevisivo locale.
Tanto si doveva per le reciproche responsabilità che potranno derivare nel caso in cui le suddette proposte fossero ignorate. Per eventuali ulteriori chiarimenti si rimane a disposizione. Cordiali saluti.
Roma, 14 marzo 2020
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