DANIEL ANTENUCCI: ALCUNE LUCI E TANTE OMBRE SULL’ARGENTINA DI MILEI

Foto: Daniel Antenucci sullo sfondo del quartiere italiano LA Boca di Buenos Aires

Intervista di Rainero Schembri

Laureato in Scienze Biologiche con dottorato in Scienze, tutta la carriera di Daniel Antenucci è stata dedicata alla scienza, all’internazionalizzazione dell’istruzione e alla valorizzazione della cultura italo-argentina. Attualmente Antenucci è Professore Titolare del Dipartimento di Biologia all’Universitá Nazionale di Mar del Plata, Argentina (è stato anche prorettore della stessa Università tra il 2017 e il 2021).  In campo internazionale ha coordinato il Laboratorio per la Internazionalizzazione della Educazione presso la UNdP (agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo), è stato consulente della Asociación de Universidades Grupo Montevideo (AUGM) ed ha partecipato a programmi Erasmus Plus e a progetti di cooperazione tra università latinoamericane e canadesi.

Dal 2008, Daniel Antenucci partecipa attivamente alla politica italiana nel Partito Democratico (PD). Ha ricoperto incarichi di rilievo come responsabile della comunicazione della circoscrizione estero per il Sud America (2010-2015) e ha tradotto documenti per i deputati della Camera dei Deputati italiana. Nel 2013 è stato eletto Segretario del Circolo PD di Mar del Plata e successivamente membro dell’Assemblea Nazionale del PD. In seguito è diventato Presidente dell’Assemblea Nazionale per l’Estero a Roma e, nel 2018 Segretario del PD Argentina e vice-coordinatore per il Sud America. Nel 2022, Antenucci è stato insignito del Premio alla Eccellenza Italiana nel Mondo dall’Accademia dei Caccuriani in Calabria, mentre nel 2023 ha partecipato a conferenze sulla cooperazione scientifica e tecnologica tra America Latina e Italia, presso la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana. Attraverso un equilibrio tra attività accademiche, politiche e culturali,  Daniel Antenucci rappresenta una figura chiave nella promozione dei legami tra l’Italia e l’Argentina, contribuendo attivamente alla valorizzazione della comunità italo-discendente e alla cooperazione internazionale.

Oggi si parla molto dell’Argentina e del nuovo Presidente Milei. Ci sono informazioni contrastanti: da una parte sono scesi il deficit e l’inflazione. Dall’altra è aumentata la povertà. Sul piano generale come è stata recepita questa elezione dalla Comunità italiana?

È vero che sono diminuiti sia il deficit fiscale sia l’inflazione, ma come lei stesso sottolinea, queste misure sono state così estreme che il costo sociale è stato un drammatico aumento della povertà e delle disuguaglianze. Lo stesso presidente si definisce un ‘topo’ che vuole distruggere lo Stato dall’interno. In questo contesto, gli investimenti in infrastrutture (comprese strade, scuole) così come nella scienza, nella tecnologia e nell’istruzione sono praticamente nulli. Sta iniziando una fuga significativa di cervelli e di risorse umane formate negli ultimi vent’anni, e i Paesi circostanti hanno persino programmi attivi per attrarre questi talenti. Nessun paese sviluppato permette di perdere il proprio capitale umano formato con tanta fatica: questo è un chiaro indicatore di una politica economica orientata esclusivamente verso le materie prime, come prodotti agricoli, petrolio e minerali. Ridurre l’economia alla sola produzione primaria, senza valore aggiunto né produzione tecnologica, espone il paese ai capricci del mercato internazionale. Si tratta di un’economia meno diversificata e più fragile, che amplificherà le disuguaglianze sociali e condurrà alla scomparsa della classe media.

Inoltre, il governo sta promuovendo un discorso discriminatorio nei confronti delle minoranze sessuali, come gay e persone transgender, e negando politiche per la parità di genere. C’è un netto arretramento nelle misure di sostegno alle donne vittime di violenza di genere. I sostenitori del partito di governo stigmatizzano queste comunità durante eventi pubblici e sui social media, mentre dalla figura presidenziale emergono espressioni offensive nei confronti di chi dissente, come ‘mandrilli’ (un tipo di primate) o minacce esplicite come ‘vi romperemo il culo’. Come si può intuire, questo tipo di atteggiamento non favorisce un clima di libertà e dialogo, al contrario di quanto proclama lo stesso movimento politico. Nelle società sviluppate, l’economia non è tutto: è indispensabile considerare anche quel benessere sociale intangibile che si fonda su principi di solidarietà e umanità.

Oltre al PD in Argentina c’è una forte rappresentanza italiana intorno al Maie, il Movimento Associativo Italiano all’Estero fondato da Ricardo Melo, che ha diramazioni anche in altri Paesi. Come sono  i rapporti tra le vostre due rappresentanze? Come vi distinguete?

Il MAIE fa parte della coalizione di governo, mentre il Partito Democratico rappresenta una delle principali forze di opposizione. Va sottolineato che i rappresentanti del PD eletti all’estero fanno parte di un corpo legislativo composto da 71 deputati e 38 senatori, mentre il MAIE conta soltanto su un senatore e un deputato. È evidente, dunque, la maggiore capacità del PD di promuovere proposte di legge relative agli italiani all’estero, rispetto alla debolezza numerica del MAIE nell’influenzare significativamente il dibattito parlamentare. Inoltre, il PD gode di una rappresentanza molto più estesa a livello internazionale: esistono circoli territoriali attivi in tutti i continenti, il che conferisce una presenza capillare e organizzata.

Un altro aspetto rilevante è il carattere profondamente democratico dei meccanismi elettivi del Partito Democratico: in ciascun paese della circoscrizione estero, i segretari di circolo, il segretario o la segretaria del paese e un’assemblea nazionale (composta dal 10% degli iscritti al partito) vengono eletti attraverso votazioni democratiche e trasparenti. Questo sistema di elezioni interne, che configura una struttura di governo partecipativa e democratica, non è affatto un dettaglio secondario e rappresenta un importante elemento distintivo rispetto ad altre formazioni politiche

Oggi si parla molto a Roma della necessità di modificare il ruolo delle rappresentanze italiane all’estero (CGIE, Comites, parlamentari eletti all’estero). Lei cosa ne pensa?

Come per ogni istituzione con una lunga storia, è naturale che il funzionamento e la struttura del CGIE, dei Comites e della rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero debbano essere oggetto di una revisione. Tuttavia, ciò non implica necessariamente la necessità di modifiche radicali: una revisione non significa che queste istituzioni siano obsolete o inutili. Va considerato, invece, che la crescita delle comunità italiane all’estero, che oggi raggiunge la quarta, quinta e sesta generazione di discendenti degli emigrati, rende indispensabile ripensare i meccanismi di maggiore integrazione con le comunità locali. Queste nuove realtà richiedono un aggiornamento che tenga conto delle loro esigenze attuali e delle trasformazioni culturali e sociali. Un altro aspetto fondamentale è la digitalizzazione e la modernizzazione delle procedure: strumenti indispensabili per migliorare l’efficienza e per rafforzare il legame tra le istituzioni italiane e i cittadini all’estero

Lei è stato appena rieletto Segretario del PD in Argentina. Quali sono i progetti futuri che intende intraprendere nei prossimi mesi?

Sono onorato di essere stato rieletto Segretario del Partito Democratico in Argentina e, per il periodo 2024-2028, abbiamo elaborato un programma di governo chiaro e ambizioso. Le nostre priorità includono l’espansione della rete territoriale del PD in Argentina, il coinvolgimento dei giovani attraverso programmi di formazione politica, la modernizzazione delle comunicazioni con strumenti digitali e la promozione della cultura e dei diritti dei cittadini italiani all’estero. Puntiamo a rafforzare i legami con l’Italia, promuovendo scambi, opportunità di crescita e un dialogo costante con la comunità italo-argentina, rispondendo così alle sfide di un contesto globale in evoluzione