Tutte le volte che si trattava di cambiare, la vecchia DC, tirava in ballo i comunisti mangiatori di bambini. Poi abbiamo capito che il comunismo nostrano era diverso. Capimmo pure che con i capitalisti ci sapeva fare talmente bene da garantire il quieto vivere nelle fabbriche fino a generare le brigate rosse come naturale reazione alla oppressione delle catene di montaggio e alla parcellizzazione del lavoro. Furono i comunisti a proporre la pace politica e sindacale attraverso il compromesso storico oggi realizzato e incarnato nel PD, sconfitto in diverse tornate elettorali, ma sempre presente grazie alla rendita di possesso del potere ereditata in 70 anni di cogestione insieme ai democristiani. Doveva accadere qualcosa di rivoluzionario con Mani Pulite ad opera del magistrato Di Pietro divenuto poi fondatore del partito Italia dei Valori, ma dopo un periodo di inchieste e condanne fatte su misura, di cui fu vittima Bettino Craxi, si tornò a rubare a piene mani più di prima. Berlusconi ne approfittò per fondare il partuto-azienda che tutti sappiamo conquistando il controllo totale delle reti radiotelevisive private. La reazione a tale indecente modo di concepire la politica e la cosa pubblica la fecero Peppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio con il Movimento 5Stelle con l’obbiettivo di entrare in Parlamento per aprirlo come una “scatoletta di tonno”. Con la presa del Comune di Roma /64% dei voti) e del Parlamento (34% dei voti) da parte di 5Stelle così non fu per mancanza di uomini capaci di costruire un progetto politico socio economico di ampio respiro. Il 25 settembre 2022 abbiamo votato il nuovo Parlamento che vede la possibilità di vedere oltre la siepe della sconfitta dei partiti parolai, millantatori e bugiardi attraverso una giovane donna del quartiere, vicina di casa, che pur di provenienza del vecchio MSI, non si può dire fascista soprattutto per non averlo vissuto come invece hanno fatto alcuni vecchi comunisti rifugiatisi nel ventennio in Russia per apprendere le pratiche staliniste che poi avrebbero dovuto applicare in Italia una volta al potere. Insomma un grande uomo disse “chi non ha peccato scagli la prima pietra’. Pertanto lasciamo lavorare la Meloni con il modesto consiglio di stare molto attenta “a quei due di Lega e Forza Italia “ se vuole mantenere alta la sua bella figura politica conquistata con immane tenacia e fatica. Si consiglia di stare molto attenta a non assegnare i ministeri a persone in perenne “conflitto di interessi”; persone tanto amate dai suoi alleati. La REA non ha mai chiesto favori ai governi. Questa volta chiede alla Meloni che il Ministero dello Sviluppo Economico sia assegnato a persona assolutamente lontana dagli interessi delle reti radiotelevisive o a uomini legati a Confindustria . Come sempre, noi della REA vigileremo. Auguri Giorgia.
Roma, 28 settembre 2022
REA – Radiotelevisioni Europee Associate
(Antonio Diomede)
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