Gli obiettivi futuri del CGIE in un documento del Comitato di Presidenza

(Foto: sullo sfondo del Ministero degli Esteri il sottosegretario Giorgio Silli e Maria Chiara Poggi)

Riportiamo di seguito il documento ufficiale elaborato da Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (guidato da Maria Chiara Prodi) e concesso a REA International dall’ufficio stampa del CGIE coordinato da Chantal Iannuzzi.  

Il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero  riunito alla Farnesinadal 25 al 28 novembre, ha fissato i temi di lavoro di quella che sarà l’agenda del 2025. Durantele giornate romane si è svolto in primo luogo il tradizionale confronto con l’Esecutivo, nellapersona del sottosegretario Silli, che ha condiviso la Relazione di Governo sulle politiche afavore degli italiani all’estero, nonché con il direttore generale della DGIT del MAECI LuigiMaria Vignali sulla situazione dei servizi consolari, dei Com.It.Es. e del progetto Turismo delle radici.

Legge di bilancio. Con Silli e Vignali sono state inoltre esaminate le questioni legate alla legge di Bilancio, oggetto anche delle audizioni davanti al Comitato permanente per gli italiani nel mondo della Camera e alla Commissione Affari esteri e Difesa del Senato, dove sono state esposte le preoccupazioni relative a una misura introdotta nella manovra, ritenuta lesiva della pari dignità fra i cittadini, relativa alla non rivalutazione per il prossimo anno delle pensioni superiori alle minime per i residenti fuori dai confini nazionali.

È stata inoltre rappresentata la necessità di garantire al CGIE la possibilità di svolgere le attività che gli assegna la legge istitutiva, ripristinando il finanziamento pre-covid di 1,1 milioni di euro. L’attuale stanziamento, infatti, che con il taglio lineare del 5% rispetto allo scorso anno è ridotto a 548 mila euro, rende possibile soltanto  l’organizzazione di un’Assemblea plenaria e di una riunione del Comitato di Presidenza in  presenza, ma non consente di tenere sui territori le riunioni con le comunità, con i Com.It.Es., con le Consulte regionali dell’emigrazione e con gli esperti, la cui consultazione nei primi sei  mesi dell’anno conferirà maggior peso alla rappresentanza di base sulle decisioni assunte  dall’Assemblea plenaria e sarà fondamentale per la predisposizione da parte del CGIE delle  proposte di messa in sicurezza del voto all’estero e di riforma della legge istitutiva del Consiglio  Generale. Il clima unitario registrato in Parlamento, tuttavia, autorizza un cauto ottimismoriguardo alla possibilità di un’integrazione sul capitolo di bilancio relativo all’organismo.

Con riferimento ai progetti di legge oggetto del dibattito politico, il Comitato di Presidenza ha  evidenziato come il voto dei connazionali nel mondo sia un diritto acquisito che non deve in  alcun modo essere messo a rischio, ma vanno semmai adottate soluzioni per incrementare la partecipazione, per riformarlo ed evitare brogli. Si provvederà pertanto a predisporre un  documento da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea plenaria 2025 che esprimerà la  proposta del CGIE al Legislatore.

Riforma del CGIE. La riforma della legge istitutiva del CGIE, dopo quella dei Com.It.Es., la cui proposta è già  stata trasmessa al Parlamento, è resa opportuna dalla necessità di adattare la rappresentanza  all’attuale realtà della nostra diaspora, molto più complessa rispetto a quella storica. Al  riguardo, si è sottolineata l’esigenza di mettere a punto incentivi al rientro per garantire  circolarità alla nuova emigrazione mediante l’introduzione di politiche di lavoro e industriali,  che favorirebbero la ripresa economica e il ritorno di competenze scientifiche del Paese. I  connazionali oltre confine sono infatti una risorsa fondamentale per arginare il fenomeno  dell’inverno demografico in atto in Italia. Allo scopo, occorre compiere un’approfondita valutazione delle ragioni che spingono a partire e comprendere cosa fare per convincerli a  tornare.

Cittadinanza. Allo stesso modo, deve essere avviata un’attenta analisi sul delicatissimo tema relativo alla cittadinanza, in merito al quale il CGIE intende farsi parte attiva elaborando una proposta da  sottoporre al Parlamento; si tratta di adattare la legge alla realtà odierna partendo dall’assunto  che chi nasce da genitori italiani è italiano. Sul tema, il Consiglio Generale trova una sua convergenza sul valore dell’identità italiana e sulla necessità di conoscere la lingua, la cultura e i fondamenti della Carta costituzionale. La cittadinanza deve essere quindi un istituto il più possibile consapevole. In questa ottica si rende assolutamente necessario rivalutare il sostegno, anche finanziario, ai corsi di italiano all’estero, fondamentali ai fini del mantenimento  dell’italianità degli oriundi, tenendo conto delle specificità dei vari territori. Il Comitato di  Presidenza richiama nuovamente l’attenzione della Pubblica amministrazione sulla situazione  in cui versano molti enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana nel mondo a causa dei  problemi economici derivanti dagli inadeguati finanziamenti dello Stato.

Conferenza permanente. Con gli interlocutori istituzionali il CdP ha infine rimarcato l’importanza di procedere alla  convocazione della V Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato Regioni-PA-CGIE, che per legge dovrebbe tenersi ogni tre anni e ha il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche del Governo, del Parlamento e delle Regioni per le comunità italiane all’estero; linee programmatiche che costituiranno l’indirizzo politico e amministrativo delle attività del CGIE nel prossimo triennio

Commento del giornalista Rainero Schembri sulla riunione del Comitato di Presidenza del CGIE

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