IL CONFLITTO D’INTERESSI NON MORIRA’ CON RENZI
(assegnazione delle frequenze, nomine pubbliche, incarichi di sotto governo continuano a prosperare nel conflitto d’interessi più sfacciato pur di mantenere o conquistare posizioni di potere)
Abbiamo intercettato dall’enturage del PD una notizia che se fosse vera confermerebbe il giudizio che nutriamo verso il Governo Renzi di voler riformare tutto ciò che serve per rafforzare il suo potere personale nel partito per lasciare gli italiani peggio di come stanno. Quando il folcloristico personaggio afferma che è disposto a giocarsi tutto se non riesce a realizzare le fantomatiche riforme (non sappiamo ancora come) ci chiediamo: cosa è disposto a giocarsi? La carriera politica? non crediamo che interessi a nessuno. E’ giovane e forte avrà sempre tempo di imparare un altro mestiere, magari in agricoltura o nell’edilizia. La faccia? Ci sembra abbastanza “tosta” per dolersene. Le proprietà di famiglia? Non crediamo e, poi, sarebbe ben poca cosa rispetto ai danni che lascerebbe sulle spalle degli italiani. Infatti sono gli italiani che, per aver creduto in lui, sarebbero definitivamente lasciati in mutande ovvero sarebbero rovinati.
Innovatori Europei, una giovane associazione culturale molto vicina al PD, ha pubblicato un comunicato stampa molto preoccupante per il metodo con cui il riformista Renzi intende operare nella scelta delle più alte cariche manageriali del Paese cioè quella di affidarsi a due società multinazionali il cui operato nel mondo occidentale è del tutto oscuro nelle finalità politiche, finanziarie ed economiche che, sappiamo, potrebbero determinare leadership molto pericolose per il destino dell’Italia e delle nazioni.
Ecco la notizia rilasciata alla stampa da Innovatori Europei, giudicate voi: “La prossima settimana le società di head hunting Spencer Stuart e Korn Ferry presenteranno al ministro Padoan le proprie relazioni sui manager candidati alla guida delle grandi aziende pubbliche. Da una corretta selezione (rispettosa dei criteri di rinnovamento, merito e competenza) di queste persone dipenderà la possibile ripartenza di politiche industriali e di innovazione per il Paese. E, nell’anno della possibile ripartenza italiana, da un gruppo di top manager competenti e innovatori potrebbe arrivare quella iniezione di fiducia nel futuro ad un’Italia che ne ha bisogno urgentemente.Ecco dunque che una selezione di questo tipo richiede la assenza di potenziali giudizi parziali da parte dei selezionatori (gli “head hunters” appunto). Eppure qualche dubbio può sorgere riguardo il ruolo della Spencer Stuart – una delle più importanti realtà di selezione a livello mondiale – in quanto sembra che:
– Nel suo advisory board internazionale figuri il nome di Gianni Letta, protagonista di primissimo piano del centrodestra italiano, che nei fatti nominò gran parte degli attuali manager.
– La società lavori come consulente con le grandi aziende oggetto delle nomine in questione.
Non si rischia così una sorta di conflitto di interesse, in una scelta così delicata?
San Cesareo, 30/03/2014 REA – Radiotelevisioni Europee Associate
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