In Cile un magistrato italiano aiuta a combattere la criminalità: Giovanni Tartaglia Polcini

(Nei riquadri: da di sinistra il presidente del Cile Gabriel Boric, il magistrato Giovanni Tartaglia Polcini e Nello Gargiulo del CGIE)

Da Santiago del Cile riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Nello Gargiulo, membro del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

Di Nello Gargiulo

L’approccio scientifico e l’esperienza sono due strumenti fondamentali per affrontare fenomeni complessi come il crimine organizzato e l’insicurezza sociale; problematiche con cui anche il nostro Cile si sta confrontando quotidianamente.

Oggi la combinazione di scienza ed esperienza è essenziale per affrontare queste problematiche. Già Aristotele e Platone riconoscevano l’importanza della scienza come verifica dei fatti e dell’esperienza sebbene con sfumature diverse. Galileo e Cartesio poi definiranno i principi del metodo scientifico. In un mondo sempre più globalizzato, è necessario recuperare questo approccio anche nel contesto della cooperazione internazionale per contrastare la criminalità organizzata, che penetra nei meandri stessi delle società

Anticiparsi ed affrontare questi fenomeni è una priorità anche per il Cile e l’America Latina. La globalizzazione, con i suoi effetti positivi e negativi, ha contribuito alla diffusione di nuove forme di criminalità che minano la coesione sociale e indeboliscono le democrazie.

Durante i due giorni di incontri a Santiago, organizzati dalla Fondazione Paz Ciudadana e dal Governo Regionale Metropolitano; il magistrato italiano Giovanni Tartaglia Polcini, Consigliere giuridico del Ministero degli Affari Esteri e Vice Direttore del programma europeo EL PAcCT0 2.0; ha sottolineato l’importanza di un approccio globale e integrato tra le forze dell’ordine ed il potere giudiziario, un metodo che in Italia ha prodotto risultati concreti, soprattutto dopo l’assassinio di Falcone e Borsellino. Tartaglia ha inoltre evidenziato il ruolo della società civile italiana, che sta facendo la propria parte sul piano educativo con le nuove generazioni.

La sfida è di grande portata e suscita molte preoccupazioni. L’Italia, grazie alla sua stabilità democratica, ha sviluppato meccanismi efficaci per combattere questa vera piaga del crimine organizzato, mantenendolo sotto controllo.  Come italiani in Cile, non possiamo considerarci estranei a questo fenomeno: dobbiamo sentirci interpellati e riflettere all’interno delle nostre istituzioni, specialmente quelle educative, come le scuole paritarie, dando vita a iniziative per creare tra le giovani generazioni una cultura della legalità e della trasparenza.

Quest’impegno è valido anche per l’intero continente e, attraverso le nostre forme di rappresentanza (Comites, CGIE e Parlamentari Eletti), si può contribuire significativamente a questo dibattito. Un modo anche per mobilitare quegli aspetti migliori della nostra italianità su questo fronte. Tutto questo certamente gioca a favore di un maggiore senso di consapevolezza della cittadinanza italiana cosi ambita da milioni di italo – discendenti.

Intanto anche l’Ambasciata italiana ha fatto la sua parte, favorendo un incontro del Magistrato con rappresentanti delle forze dell’ordine, del potere giudiziario e della stampa cilena. Un’occasione per favorire ancor di più lo scambio di idee e azioni per far fronte alle sfide condivise dai nostri paesi e ribadire l’appoggio italiano e dell’Unione europea alla lotta contro la criminalità organizzata transnazionale e il narcotraffico.