Il TAR del Lazio annulla la delibera LCN mentre Romani, AGCOM, FRT e AERANTI tremano – la REA invita Calabrò a dimetttersi
Con la sentenza del TAR del Lazio del 29 luglio scorso, che annulla la Delibera 366/10 sull’ordinamento dei canali tv sul telecomando, l’ora della verità sull’imbroglio del digitale televisivo terrestre italiano si avvicina.
L’artefice del ricorso contro l’AGCOM e il Ministero dello Sviluppo Economico è stato il Comitato Radio Televisioni Locali aderente al CARTv del quale, com’è noto, fa parte attivamente la REA.
Le ragioni esposte dall’Avvocato Domenico Siciliano per conto della ricorrente sono chiarissime e difficilmente contestabili nonostante il Consiglio di Stato abbia accolto l’istanza AGCOM per la sospensiva della sentenza fino alla udienza del 30 agosto 2011.
Commentando la decisione del Consiglio di Stato, l’Avvocato Domenico Siciliano, consulente legale della REA, ha chiosato:
“spiace rilevare che l’Autorità di garanzia agisca per iniziativa unilaterale su una questione vitale per il comparto televisivo anziché confrontarsi con animo sereno e nei tempi giusti con le legittime aspettative di chi ogni giorno rischia in proprio in una situazione estremamente difficile, per continuare a rendere con lealtà e passione un servizio di interesse pubblico com’è l’attività radiotelevisiva”.
Dunque il verdetto finale è rinviato a fine mese, ma la speranza è l’ultima a morire e la REA si batterà fino alla fine, anche ricorrendo alla Corte Costituzionale, affinché venga fatta giustizia per il massacro delle emittenti televisive locali eseguito dal Governo Berlusconi e dall’AGCOM di Calabrò che ha voluto politicizzare un evento epocale di trasformazione tecnologica che doveva essere neutrale, utile e funzionale allo sviluppo del Paese in una becera operazione di potere in favore dei gruppi dominanti della comunicazione televisiva nostrana e della telefonia mobile multinazionale.
La REA chiede una nuova Delibera di riordino LCN agganciata a criteri “sani e trasparenti” che assicuri alle emittenti storiche presenti sul territorio di poter competere nel mercato, a pari condizioni e pari dignità, con le reti nazionali private e con la rete pubblica.
Attualmente sono centinaia i fornitori di contenuti privi di LCN, pertanto, è cosa buona e giusta prevedere nella nuova Delibera l’assegnazione LCN agli operatori di rete in modo da garantire ai fornitori di contenuti ospitati sulla rete “certezza di esercizio” fin dal rilascio dell’autorizzazione ministeriale alla diffusione dei programmi televisivi.
Gli editori televisivi locali devono rendersi conto che la battaglia giudiziaria in atto è la naturale “opposizione” delle tv locali più consapevoli al disegno politico del Governo e dell’AGCOM di Calabrò per metterle in liquidazione.
Pertanto, nella seduta del Consiglio di Stato del 30 agosto, dobbiamo essere in tanti a sostenere le nostre ragioni costituendoci “ad opponendum”.
Ovviamente la REA sarà in prima fila con le emittenti rappresentate, ma lasciando da parte le tessere di iscrizione, per la difesa di vitali interessi comuni, è fondamentale che tutte le emittenti si costituiscano. L’atto di costituzione deve essere immediatamente richiesto scrivendo a info@reasat.it
Non vogliamo esprimere ulteriori giudizi sulla gestione AGCOM relativa al processo del DTT italiano, ma per dimostrare la propria indipendenza dalla politica governativa, bene farebbe il Presidente Calabrò a rimettere il proprio mandato nelle mani del Parlamento.
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