Foto: Nel riquadro: Nello Gargiulo
Riportiamo di seguito un articolo inviatoci da Santiago del Cile da Nello Gargiulo, membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) riguardante un certo clima di ostilità vissuto in questo momento dall’Enel in Cile. Ma prima ricapitoliamo velocemente gli avvenimenti. Lo scorso 1 e 2 agosto, in diverse zone del Cile, c’è stata una fortissima tempesta che ha causato numerosi danni: case distrutte, intere zone allagate, tetto dell’aeroporto di Santiago parzialmente volato via, 400mila cittadini cileni rimasti per molti giorni senza elettricità.
La tempesta ha poi causato un altro, enorme e inaspettato, problema: oltre 400mila cittadini cileni sono rimasti senza elettricità nelle proprie case (di essi, 160 mila sono clienti di Enel). Tutto ciò ha creato un’ondata di proteste, anche violente, soprattutto nei riguardi della compagnia italiana che in Cile ha 2milioni di clienti. Ciò è stato in buona parte cavalcato dalla stampa locale che sulle prime pagine ha parlato senza giri di parole di ‘Strapotere di Enel in Cile’. Questo clima di agitazione ha indotto il Presidente cileno Gabriel Boric a rivalutare la concessione data alla società italiana, che già in passato era stata multata per violazioni ambientali. Per Gargiulo, molte delle accuse appaiono eccessive e non giustificate. In ogni caso, sostenere l’importante e proficua presenza dell’Enel in Cile, soprattutto nel campo delle rinnovabili, è nell’interesse di tutti gli italiani. Ma lasciamo la parola a Gargiulo.
Di Nello Gargiulo
Ora che le acque sono più calme in merito all’interruzioni della corrente elettrica e i danni generati dalla tempesta del 1° agosto, vale la pena chiedersi: come si spiega che il Cile, Paese con frequenti terremoti, abbia raggiunto un alto livello di prevenzione nelle costruzioni antisismiche mentre non è avvenuto lo stesso per quanto riguarda la connettività dell’elettrificazione e delle comunicazioni.
Oggi dipendiamo tutti dalla rete elettrica. L’eccezionalità del primo agosto ha dimostrato che di fronte a situazioni meteo molto avverse bisogna farsi trovare preparati e quindi l’attuale rete elettrica cilena presenta chiari punti deboli. Ciò che non ha smesso di sorprenderci in questo scenario, è il motivo per cui non è stato possibile, dopo la tempesta, compiere tutti gli sforzi necessari per facilitare il recupero della corrente nel minor tempo possibile. Quello che è certo è che se tutti quei sindaci che si sono mobilitati per chiedere immediati indennizzi per gli utenti si fossero preoccupati a suo tempo di sostituire alberi marci e fare potature adeguate, i danni sarebbero stati sicuramente minori.
Ci viene, infatti, il sospetto che la strada scelta dalle autorità è stata quella di attribuire immediatamente le responsabilità alle aziende distributrici di energia, ancora prima di uscire dall’emergenza. Eppure, in occasione delle crisi, il primo compito delle autorità dovrebbe essere quello di promuovere e sostenere a tutti i livelli le soluzioni più immediate per poi passare alla definizione dei livelli di responsabilità. I conti in genere si pagano dopo e non prima.
È anche bene non gridare prima della nascita del bambino. In questo caso sembra sia avvenuto il contrario. Nel caso dell’Enel ancora più: in questa circostanza è sembrato proprio che si volesse buttare via il bambino insieme all’acqua sporca. E’ come se il contributo dell’Enel nella generazione dell’energia in Cile, soprattutto delle rinnovabili, venisse spazzato via dalle stesse pale eoliche. La cooperazione e lo sviluppo si costruiscono sulla fiducia e questa nei momenti di crisi può crescere o venire meno.
Come italiani in Cile ci auguriamo che l’esperienza dell’Enel venga riconosciuta e valorizzata nella sua globalità in modo da dare anche un nuovo impulso alla cooperazione bilaterale in campo energetico. L’Enel nel campo della distribuzione rappresenta solo il 10% della presenza di Enel in Cile, il cui punto di forza è la generazione di energie rinnovabili. L’ammontare degli investimenti in questo settore supera i 3 miliardi di dollari.
È arrivato, forse, il momento giusto per tutti gli italiani, residenti in Italia e all’estero, di partecipare e contribuire a un riscatto complessivo dell’italianità, del lavoro italiano all’estero e dell’immagine del nostro Paese, non solo in Cile ma ovunque la presenza italiana abbia consentito un indiscutibile (e generalmente riconosciuto) salto di qualità, sia sul piano economico che su quello sociale.
Bravo Nello. La speculazione politica che è stata fatta, suppostamente per una manciata di voti date le elezioni prossime, è deprecabile ed oltretutto discriminatoria rispetto alle altre distributrici che hanno avuto problemi simili. Le conseguenze le paga il paese inibendo ulteriori investmenti, dato il “riconoscimento” ricevuto.