NON DISTRUGGETE RADIO CODOGNO – LA REA SI APPELLA A MATTARELLA E ISTITUZIONI

NON DISTRUGGETE RADIO CODOGNO – LA REA SI APPELLA A MATTARELLA E ISTITUZIONI

 (Appello al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali)

Il corona virus si è mostrato  molto  più pericoloso delle tante epidemie degli ultimi due secoli per i danni che ha prodotto  alla salute dell’uomo,  lavoro, alla organizzazione  delle famiglie e  dello Stato le cui ricadute sulla convivenza civile e democratica e del vivere quotidiano, in assenza di provvidenze economiche generalizzate dello Stato, eque e trasparenti in favore dei più deboli, possono degenerare in una irreversibile disperazione di massa tipico delle popolazioni in guerra dove vige la regola del più forte per la difesa della propria sopravvivenza. 

NESSUNO DOVEVA RIMANERE INDIETRO

Invece è accaduto il solito assalto alla diligenza da parte dei noti lobbisti  che presidiano i Tavoli istituzionali lanciando parole d’ordine cifrate al Governo  del tipo “No all’assistenzialismo” “No contributi a pioggia” intendendo dire “date tutto e solo a noi.  Gli altri si arrangino”

VERGOGNOSO CORPORATIVISMO

Tutto ciò è accaduto e accade in molti settori produttivi, commerciali e culturali (artisti, teatri, cinema, artigiani, ristoratori, partite iva, attività professionali di ogni ordine) e, per quanto ci riguarda, nel settore radiotelevisivo locale.  Infatti,

400 MILIONI DI EURO IN 5 ANNI SONO STATI APPANNAGGIO DELLA LOBBY DELLA COMUNICAZIONE MENTRE SI LASCIANO FALLIRE 900 PICCOLE E MEDIE RADIOTV LOCALI

Responsabile di tale vergognosa operazione CORPORATIVA è il DPR 146/17 infangando l’immagine del Capo dello Stato che lo ha firmato, privilegiando 100 imprese su 1500,  con assegnazione di ingenti somme di danaro pubblico che poi tutti dovremo pagare per debiti contratti con la BCE forse in barba alla normativa della Unione Europea sulla regola  “de minimis” per la quale gli aiuti dello Stato alle imprese non potrebbero superare 200 mila euro in tre anni proprio per evitare facile accaparramento di danaro da parte dei più furbi che inducono una notevole distorsione nel mercato della concorrenza.

MA NON E’ FINITA QUI

L’art. 195, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, «Fondo  emergenze  emittenti  locali»,  che  prevede: “ Al   fine   di consentire alle emittenti  radiotelevisive  locali  di  continuare  a svolgere il servizio di interesse generale informativo sui  territori attraverso la quotidiana produzione e  trasmissione  di  approfondita informazione locale a beneficio dei  cittadini,  e’  stanziato  nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico  l’importo di 50 milioni di euro per  l’anno  2020,  che  costituisce  tetto  di spesa, per l’erogazione di un contributo straordinario per i  servizi informativi connessi alla diffusione del  contagio  da  COVID-19……  …..Il contributo………….. e’ erogato  in  base alle graduatorie per l’anno 2019 approvate ai sensi del  decreto  del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146” 

IL COVID 19 HA COLPITO TUTTI

Ma si da il caso che il 95% di quel contributo è finito nelle casse esclusive di pochissime emittenti tra cui spicca un Gruppo Televisivo pugliese con 4.192.000 mentre le rimanenti emittenti si lasciano al loro destino.

E’ UNA SPREGEVOLE OPERAZIONE CHE LO STATO DEMOCRATICO  NON PUO’ TOLLERARE CON IL DANARO DI TUTTI I CITTADINI

Per cui la sottoscritta associazione REA – Radiotelevisioni Europee Associate ha chiesto giustizia con esposti al Capo dello Stato, al TAR del Lazio, al Consiglio di Stato e alla Autorità di Garanzia del Mercato e della Concorrenza la quale nel merito ha emesso un parere favorevole alla nostra tesi che si allega al presente Appello.

PERTANTO

  • nessuna emittente deve essere lasciata indietro com’è accaduto con l’applicazione di quell’infausto DPR146/17;
  • Nessun dipendente deve essere licenziato per mancanza di proventi da un mercato della pubblicità in caduta libera per il fermo dell’attività commerciale e produttiva;
  • Nessuna bolletta di energia elettrica e dei servizi telematici, affitti e fatture delle spese correnti devono  rimanere insoluti per non  subire  distacchi e atti ingiuntivi che portano al fallimento.

SI INVITA IL GOVERNO

A disporre, con carattere di urgenza la riforma del DPR 146/17 e lo stanziamento di almeno 50 milioni di euro necessario per il prosieguo dell’attività radiotelevisiva locale, come non mai di pubblica utilità per affrontare la lotta contro il Covid 19,  da ripartire esclusivamente  tra quelle emittenti  che non hanno beneficiato di alcun contributo o che hanno ricevuto cifre irrisorie.