Egregio Dottore Enrico Eichberg, in risposta alla Sua del 21 febbraio scorso, la preghiamo di farsi latore presso il Ministro Urso di quanto segue in modo che non sorgano equivoci di sorta con la parte politica del Governo da noi più volte sollecitata per la soluzione della drammatica condizione in cui versa il settore radiotelevisivo locale.
Abbiamo attentamente letto le note a margine degli “Elementi Emersi” negli incontri dei Tavoli radio e tv del 1 febbraio e del 7 febbraio 2023.
Non ci pare di aver letto una sola riga sulle già documentate preoccupazioni esposte dalla REA per il rischio di un default del sistema radiotelevisivo locale italiano per via di quel DPR 146/17 che ha ingessato i modesti bilanci di centinaia di piccole e medie imprese editoriali per favorire un manipolo di ingordi i cui bilanci, se non fossero protetti dai ricchi contributi statali del DPR 146/17, dovrebbero essere consegnati ai curatori fallimentari. Al riguardo possiamo darvene documentazione nel caso aveste interesse a saperne di più.
Speriamo di sbagliarci, ma se questa è la piega politica presa nei Tavoli radio e TV , da persone oneste e coscienziose quali siamo nelle valutazioni riferisca al Ministro di non essere più interessati a sostenere il Governo come abbiamo fatto durante la campagna elettorale delle ultime politiche. Vorrà dire che il Governo troverà consensi altrove, ma non certamente da noi.
Probabilmente, non avendo più nulla da perdere, spodestati di tutto (esproprio frequenze, Lcn storici rubati, provvidenze editoria soppresse, discriminati dai contributi di sostegno) dal diritto di libertà d’impresa al diritto d’espressione, non avendo più nulla da consegnare ai Poteri forti, vorrà dire che andremo ad ingrossare il partito del non voto.
Tornando agli Elementi Emersi dai Tavoli Radio e TV, per quanto ci riguarda, abbiamo inviato a codesto Ministero e al Presidente del Consiglio copiosa documentazione sullo stato di sofferenza del comparto
radiotelevisivo locale evidenziando le violazioni delle fondamentali norme costituzionali di cui agli articol1 1, 21 e 41 della Carta.
Tali violazioni, con la noncuranza del Capo della Stato, sono state messe in atto a bella posta dai passati governi in stretta collaborazione con la Direzione Generale del Mise di Antonio Lirosi sostenuta dalle associazioni FRT e Areanti-Corallo.
Per dire che null’altro abbiamo da aggiungere a ciò che abbiamo già detto, scritto e documentato per non costringerci ad essere ridondanti fino alla noia.
Tuttavia ripetiamo che la sintesi dei lavori dei Tavolo Radio e TV che abbiamo letto non risponde alle nostre aspettative e a quelle delle centinaia di emittenti che rappresentiamo dal momento che non comprende la riforma radicale del DPR 146/17 , della capacità trasmissiva TV e del relativo insostenibile costo di affitto per il quale altre centinaia di tv locali sono in procinto di chiusura. In quella sintesi manca sia il problema caro bollette sia un provvedimento che assicuri il DAB a tutte le concessionarie mediante l’impiego totale del canale 12 e 13 VHF.
A proposito della qualità invocata dagli stakeholder industriali facciamo presente che le nostre non sono fabbriche di ferramenta, ma editori del pensiero tutelato dalla Costituzione il cui prodotto, non potendo essere mercificato nel mercato alla stregua della ferramenta, va sostenuto dallo Stato con adeguati interventi di sostegno senza discriminazioni di sorta come invece si è fatto con quell’indecente DPR 146/17.
E’ una questione di visione culturale, politica e costituzionale che continua a non essere percepita dai rappresentanti dei massimi sistemi economici anche per il fatto che l’editoria radiotelevisiva, a nostro avviso, risulta mal collocata nel Ministero delle Imprese dove tutto è concepito come investimenti e business. A tal riguardo, proponiamo al Capo del Governo che ci legge, di esaminare la possibilità di trasferire le competenze degli FSMA (editori) nel Ministero della Cultura, lasciando nel Ministero delle Imprese gli Operatori di Rete.
Solo in quell’alveo culturale potremmo trovare le giuste mentalità e i relativi linguaggi per esprimere il concetto sulla qualità che, per noi editori, “ qualità “ vuol dire pubblica utilità svolta dagli “editori puri” non da venditori di spazzatura televisiva ai fini del business.
E’ semplicemente scandaloso che siffatta spazzatura, purtroppo più gettonata della buona programmazione, venga premiata dal dato Auditel con una maggiorazione del contributo del 30% grazie a un perverso ragionamento del DPR 146/17.
Sappiamo che il Ministro non sa, ma la Direzione Generale ben sa che, in alcuni casi, i contributi e gli LCN sono maggiormente congrui per il dato Auditel piuttosto che per la forza lavoro.
Siamo a disposizione per i dovuti chiarimenti di merito.
Infine vorremmo parlare anche della maggiore rappresentatività con dati alla mano e non con rendite di posizione acquisite per grazia ricevuta.
A tal proposito nasce il problema della rappresentatività “reale” non millantata da opportunisti voltagabbana che navigano sotto tutte le bandiere e che mai, e poi mai, avranno una volontà elettorale per il cambiamento come la nostra. Questi soggetti, come dimostrato al Tavolo con alcuni interventi arroganti e provocatori, sono solo interessati a non cambiare nulla e a darsi da fare per sfasciare quel poco che di buono è rimasto in Italia dopo la resa incondizionata alla UE di tante prerogative dello Stato.
Noi della REA ci consideriamo maggiormente rappresentativi per il 15% di FSMA e Radio locali annoverati nel Libro Soci. Se tale dato non dovesse bastare, si sappia che la REA, nella sottoscrizione della petizione popolare chang.org “Salviamo le Radio TV Locali” www.reasat.eu ha raccolto 10 mila firme e 93 mila follover certificati che rappresentano un importante corpo elettorale per le battaglie sulle libertà costituzionali calpestate. Pertanto si chiede: in base a quale certificazione di legge si concede la maggiore rappresentatività a coloro che al Tavolo siedono di fronte al Ministro come se fossero prediletti interlocutori? In effetti chi e cosa maggiormente rappresentano oltre le sparute emittenti associate e i loro specifici interessi?
Ciò precisato, per continuare a sostenere questo Governo, in via pregiudiziale chiediamo che al centro delle questioni poste ai due Tavoli di Radio e Tv deve esserci la qualità editoriale intesa come programmazione di pubblica utilità coniugata con il sostegno alle imprese in modo pluralista e proporzionato alla forza lavoro impiegata senza lacci e lacciuoli ai fini della massima occupazione nel settore.
Sul tema occupazione la REA (sindacato datoriale) e Libersind/Confsal (sindacato dei lavoratori), firmatarie del contratto di lavoro, hanno solidarizzato in numerose manifestazioni comuni per la difesa delle aziende piccole, medie e grandi che siano, nella consapevolezza che perdendo le aziende si perdevano migliaia di posti di lavoro senza le necessarie tutele di reimpiego in altri settori.
E’ paradossale, ma con quel DPR 146/17 è accaduto che il Ministero, cioè lo Stato, si sia comportato come il peggiore dei privati espropriando selvaggiamente i mezzi di sostentamento necessari alle aziende per sostenere l’occupazione pur di agevolare gli interessi di una lobby industriale ben impiantata nel palazzo di Viale America e nei due rami del Parlamento.
Tutto questo è divenuto insopportabile. Il Governo Meloni deve intervenire.
In sostanza chiediamo che si dia seguito a un concreto cambiamento della politica dando piena attuazione agli articoli 1, 21 e 41 della Costituzione a cominciare dalla riforma immediata del DPR 146/17, caro bollette, pianificazione DAB, ripristino provvidenze editoria e, a seguire, occorre prendere di petto il tema della redistribuzione della capacità trasmissiva accaparrata da coloro che hanno beneficiato di lucrosi contributi statali per i quali possono permettersi di pagare costosissimi affitti con i soldi dei contribuenti e non con i ricavi del loro fatturato. . Soldi che circolano in una partita di giro per cui il DPR 146/17 seleziona i ricchi assegnatari dei contributi con requisiti impossibili per altri. Una volta selezionati, con quei soldoni, parliamo di milioni, pagano facilmente gli esosi affitti ai due Operatori di
Reti nazionali mentre gli altri FSMA vanno in morosità.
Tutto questo accade in violazione di diversi capitoli di legge sulla tutela della concorrenza, ma AGCOM la pensa diversamente per cui è un’altra dolorosa storia da riesaminare a proposito delle Autorità indipendenti. Ci assumiamo la responsabilità di dire che quantomeno è un gioco sleale, e non è l’unico, che va combattuto dal Governo del cambiamento Meloni se tale vorrà confermare d’essere.
Sui predetti temi si leggano i documenti già in possesso del Ministero e del Governo. Per i necessari dettagli riproponiamo la richiesta di formare un appropriato gruppo di lavoro esterno al Tavolo con la partecipazione di noti esperti in procedure amministrative e costituzionali.
Infine riproponiamo di riaprire la Piattaforma SICEM augurandoci di consentire alle emittenti discriminate dal DPR 146/17 di poter partecipare al bando per l’assegnazione dei contributi dello Stato con regole di uguaglianza nella proporzionalità. Si avverte che se non si provvede ad intervenire con immediatezza alla riapertura della Piattaforma Sicem con regole diverse da quelle in atto, in aggiunta ai 750 milioni di euro già beneficiati fino ad oggi dai lobbisti, se ne aggiungeranno altri cento dell’anno in corso mentre il rimanente settore andrà in default totale per il quale disastroso evento si renderanno responsabili sia il Ministro che il Governo.
LA PRESENTE COMUNICAZIONE VALE QUALE FORMALE PIATTAFORMA RIVENDICATIVA DEL SETTORE RADIOTELEVISIVO LOCALE PER SALVARE LE RADIO TV LOCALI E MIGLIAIA POSTI DI LAVORO. PERTANTO REA E LIBERSIND/CONFSAL UNITI NELLA LOTTA CHIEDONO AL MINISTRO URSO E AL CAPO DEL GOVERNO MELONI URGENTISSIMA CONVOCAZIONE. NEL FRATTEMPO DICHIARANO LO STATO DI AGITAZIONE E MOBILITAZIONE DELLA CATEGORIA.
LE EMITTENTI LOCALI RADIO E TV SONO URGENTEMENTE CONVOCATE ON LINE IL 22 MARZO 2023 ORE 19.00 SU SKYPE https://join.skype.com/A4gmJbDoUyYI
REA – Radiotelevisioni Europee Associate (Antonio Diomede)
Per solidarietà Libersind/Confsal (Giuseppe Sugamele)
San Cesareo, 18 marzo 2023
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