LA REA SI PREPARA AD AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE DEL
2013-2015
IN DIFESA DELL’EMITTENZA LOCALE
Nonostante la grave crisi che attanaglia il settore, la REA è in crescita esponenziale in tutta Italia e in modo particolare in Lombardia, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania.
E’ l’unica associazione di riferimento del settore quando si tratta di ingaggiare battaglie sindacali importanti in quanto è autenticamente “indipendente” dal potere politico.
A differenza di altre associazioni, la forza della REA è l’autonomia finanziaria che la rende “libera” da qualsiasi vincolo lobbistico o partitico. Gli associati lo sanno e ne sono orgogliosi.A differenza di altre associazioni, la forza della REA è l’autonomia finanziaria che la rende “libera” da qualsiasi vincolo lobbistico o partitico. Gli associati lo sanno e ne sono orgogliosi.
E’ “unica” nell’elaborare piattaforme globali per il rilancio del pluralismo radiotelevisivo locale.
La rivendicazione della REA nei confronti del Governo e dell’Autorità è fondamentalmente sintetizzata nei seguenti punti:
- ridefinizione del Piano di Assegnazione delle frequenze televisive integrando i sei canali dell’ex beauty contest;
- assegnazione dei numeri dal 7 al 32 del telecomando alle tv locali;
- revisione radicale della legge 448 sui contributi a fondo perduto il cui fondo annuale dovrà essere non inferiore al 10% del canone RAI per il servizio pubblico svolto;
- fine del clientelismo politico sulla pubblicità istituzionale e sui fondi regionali mediante una trasparente disciplina di gara ;
- abbattimento di Auditel e Eurisko per indagini di ascolto credibili e a basso costo attraverso la rete internet;
- definizione, con delibera AGCOM, delle norme per il rilascio della licenza unica sul diritto d’autore e sui diritti connessi (SIAE+SCF+AFI+Indipendenti) ed equo compenso rispetto allo sfruttamento delle opere protette;
- sviluppo della radio digitale
Per affrontare un simile piano di battaglie associative è necessario procedere su due piani ben distinti ma paralleli: quello politico e quello organizzativo.
[box] AZIONE DELLA REA SUL PIANO POLITICO[/box]
La forza numerica del settore radiotelevisivo locale al 31 12 2012 è di 1.095 emittenti radiofoniche e di 595 tv ex analogiche.
Totale imprese 1.690 con impiego di forza lavoro di circa 6.000 dipendenti + 4.000 dipendenti dell’indotto.
La pubblicità televisiva locale ammonta a circa 360 milioni di euro.
La radio fattura circa 400 milioni di euro (nazionale+locale).
Il fatturato globale radiotv (nazionale + locale) del 2012 è stato di circa 4,2 miliardi di euro.
I numeri parlano chiaro; le locali rastrellano appena il 9% della pubblicità radiotelevisiva globale.
Come mai?
Le cause sono diverse. Le principali sono:
- frequenze radio e tv interferite;
- piano di assegnazione delle Frequenze Tv non riconosciute dall’Europa;
- LCN TV confinato sui numeri altissimi del telecomando;
- aree di servizio limitate;
- indagini di ascolto inaffidabili (Auditel e Eurisko);
- la pubblicità istituzionale è monopolio delle reti nazionali e del clientelismo politico in favore delle emittenti legate ai partiti.
Pertanto, la REA chiederà al nuovo Governo (Ministro Zanonato PD) un progetto globale di riforma del settore e il ricambio della dirigenza del Dipartimento dimostratasi sottomessa agli interessi delle grandi reti e delle Telecom.
E’ prevedibile che entro l’anno si vada nuovamente a votare e che riguardo alla nostra piattaforma questo Governo sia completamente disinteressato.
Dunque, dobbiamo guardare in avanti; dobbiamo guardare a un “sistema” di vero “cambiamento” capace di distruggere le sacche velenose del conflitto d’interessi e della partitocrazia.
Pian piano, siamo arrivati al bandolo della matassa per cui la REA ha preso l’iniziativa di costituire un movimento politico per la difesa dei diritti costituzionali al di fuori di qualsiasi ideologia.
Contatti importanti sono in corso, presto verrà pubblicato il Manifesto d’intenti il quale potrà essere sottoscritto da tutti i soggetti interessati alla comunicazione, all’economia e al sociale.
Al movimento politico potranno aderire le associazioni del sociale e della cultura; le imprese radiotelevisive; gli artisti, i produttori e gli editori; le voci autorevoli della cultura e della stampa indipendente.
Il movimento che si sta costituendo non sarà un partito ideologico, ma una libera associazione politica che vuole confrontarsi in favore della libera informazione e dei soggetti più deboli della società.
[box]AZIONI DELLA REA PUNTO PER PUNTO[/box]
1.
Il Consiglio Generale ha deliberato di impugnare la delibera LCN 237/13/CONS davanti al TAR del Lazio con la specifica richiesta alla Magistratura di ordinare all’AGCOM affinché siano assegnate alle locali, ex analogiche, 25 posizioni numeriche da inserire di seguito alle storiche nazionali generaliste.
Pertanto, in previsione della imminente scadenza dei termini per presentare il ricorso i Coordinatori Regionali REA sono incaricati di raccogliere le adesioni delle emittenti che intendono aderire all’azione giudiziaria con la massima urgenza possibile.
I nominativi devono essere comunicati all’email: info@reasat.it
Il mandato è stato affidato all’Avvocato Domenico Siciliano di Roma.
Le spese legali saranno equamente suddivise fra i partecipanti.
Data l’importanza del ricorso, si raccomanda di raccogliere più adesioni possibili per dimostrare ai Magistrati il forte interesse delle emittenti a lottare per una giusta assegnazione LCN contro le gravissime discriminazioni attuate dall’AGCOM che ha prepotentemente cacciato le tv locali storiche dai primi numeri del telecomando per far posto alle reti televisive Telecom e quelle appoggiate dai partiti.
Nel ricorso al TAR verrà evidenziato il diritto acquisito dalle tv locali ex analogiche, in trent’anni di attività sul territorio, posizionate sui primi numeri del telecomando con riferimento ai vecchi televisori in bianco e nero con sintonia max 24 e 32 canali.
2.
L’otto maggio 2013, una nutrita delegazione della REA è stata ricevuta dall’AGCOM per discutere sulle risultanze relative al progetto pilota del DAB+ in Trentino AA.
Anche in questa occasione l’AGCOM ha dimostrato di non essere un organismo imparziale tant’è che ha confezionato un piano pilota a misura “RAI & RETI NAZIONALI” con l’evidente scopo di assegnare alle emittenti locali un ruolo di “subordinazione tecnologica”.
Dunque, ancora una volta, l’Autorità italiana delle comunicazioni che presiede allo sviluppo tecnologico del Paese, si comporta in modo partigiano rispetto alle direttive europee, alle stesse leggi italiane e alle aspettative di cambiamento nella gestione della “cosa” pubblica.
Le direttive europee (e la legge italiana) obbligano i Paesi membri ad attuare lo sviluppo tecnologico in modo “neutro”, vale a dire senza preferenze per l’una o l’altra tecnologia; con pari opportunità tra i diversi soggetti, vale a dire senza vantaggi particolari rispetto agli interessi delle lobby; in modo armonico e uniforme per impedire la doppia e tripla velocità nello sviluppo tecnologico tra le diverse aree nazionali.
L’AGCOM e il MISE del passato Governo Berlusconi, già con il digitale televisivo, hanno agito contro i diritti costituzionali nazionali e contro le normative europee.
Con la Radio digitale si rischia di assistere allo stesso scenario.
Parte la RAI, alla quale fa da sponda l’associazione ARD (leggi: RAI WAY-AERANTI-CORALLO – RNA) per prendere la supremazia sul DAB+ in modo da sottomettere tutti al suo indiscusso dominio grazie ai 1,8 miliardi di canone e ai 2 miliardi di pubblicità incassati annualmente dall’utenza alla faccia di quelle “misere” radio e tv locali che devono aspettare due/tre anni per ricevere dallo Stato quell’esiguo contributo per il pubblico servizio imposto per legge.
Tutto ciò si è affacciato nel Trentino con il progetto pilota autorizzato dall’AGCOM e dal MISE in modo unilaterale, senza il coinvolgimento unanime delle associazioni, provocando un pericoloso accaparramento delle risorse radioelettriche e un innegabile vantaggio tecnologico di alcuni soggetti in un settore già martoriato dalle recenti vicende sullo switch off televisivo.
Tutto ciò è stato chiaramente rappresentato all’AGCOM dalla Delegazione della REA durante l’audizione precisando che:
- occorre estendere il DAB+ rapidamente in tutta Italia prima che diventi obsoleto;
- procedere alla pianificazione definitiva per l’assegnazione delle frequenze assicurando a tutti i consorzi, non uno escluso, una frequenza.
Speriamo che a nessuno gli venga in mente di organizzare bandi del tipo che abbiamo già sperimentato con la tv!!
La REA ha chiesto pari opportunità ed equità di trattamento; - procedere rapidamente con la realizzazione di altri progetti pilota per impedire che si formi il “gap tecnologico” nelle altre regioni d’Italia. A tal proposito la REA è a disposizione delle emittenti, associate e non associate, per la formazione di consorzi tra imprese;
- prevedere, da subito, incentivi per l’acquisto dei ricevitori digitali e sostegno economico ai consorzi per la realizzazione degli impianti.
Infine, è stato detto a chiare lettere all’AGCOM e al MISE che senza incentivi il DAB+ non vedrà la luce così come non l’avrebbe vista il DTT senza i 500 milioni stanziati dallo Stato.
3.
Relativamente alla applicazione della legge 448/98, relativa ai contributi destinati alle imprese radiotelevisive locali, la REA proporrà al Governo che le somme annualmente stanziate siano pari al 10% del canone incassato dalla RAI quale riconoscimento del servizio pubblico svolto ai sensi della legge 422/93, articolo 7, relativo “alla produzione e trasmissione di programmi di natura informativa con la evidente finalità di tutelare il pluralismo informativo”.
Inoltre, partendo dal principio che la “certezza dell’incasso” è condizione fondamentale per la conduzione di un’azienda inserita in un sistema a sviluppo economico sano, si proporrà di prevedere la erogazione dei contributi max entro i sei mesi successivi dalla data della relativa domanda. Nella previsione di una ritardata erogazione, si chiederà che vengano rilasciate, a richiesta, lettere di credito valide per un anticipato incasso presso gli istituti di credito.
4.
Le modalità con cui vengono realizzate le indagini di ascolto, dalla società Auditel per la tv e da Eurisko per la radio, sono obsolete, manipolabili e senza possibilità di controllo ispettivo da parte dell’AGCOM, delle associazioni dei consumatori e delle emittenti.
La partita in gioco è di 4,2 miliardi di euro di pubblicità radiotelevisiva che nei fatti viene gestita dalla società Auditel (RAI-MEDIASET-UPA) e da Eurisko (ex Audiradio) per espressa (vergognosa) volontà dell’AGCOM.
Per rendere le indagini di ascolto credibili, trasparenti e utili per il mercato e il consumatore, la REA ha chiesto all’AGCOM di utilizzare la rete internet in sostituzione dei limitati dati forniti sia dai meter che dalle interviste telefoniche.
5.
La REA ribadisce che il contenzioso in essere con la SCF può essere risolto nella misura in cui verrà riconosciuto alle emittenti la promozione che la radio effettua in favore della musica.
L’antica idea che la radio vive grazie allo sfruttamento della musica è superata da una realtà diversa.
E’ la musica che ha bisogno della radio per promuoversi nel mercato o, se vogliamo essere ragionevoli, l’una cosa compensa l’altra. Partendo da tale oggettiva situazione, la REA ha proposto alla SCF una transazione di questo tipo:
- le imprese radiotelevisive metteranno a disposizione i loro spazi trasmissivi per la promozione e per la vendita legale della musica;
- le imprese discografiche Major rilasceranno la liberatoria sui loro diritti alle emittenti che aderiranno alla campagna promozionale.
Una tale intesa trasporterà i suoi effetti positivi nei rapporti tra imprese radio-tv e SCF. In particolare, si converrà di azzerare il contenzioso in essere. A conti fatti, l’operazione è a costo zero con la prospettiva di una buona semina per il superamento della crisi dei reciproci mercati e un proficuo investimento per la cultura della musica legale che, come sappiamo, proprio in Italia è poco diffusa. La nostra è, ovviamente, solo una ipotesi da perfezionare nei dettagli qualora fosse concettualmente condivisa dalla SCF. Alla data odierna la SCF non ha risposto ma continua a pressare le emittenti con missive e telefonate minacciose.
Di fronte a tali minacce, la REA ha investito del problema l’Autorità chiedendo la convocazione del Tavolo tecnico sul diritto d’autore che speriamo sia all’altezza della situazione per chiarire la legittimità di esazione dei diritti connessi da parte della SCF che, si ripete, non è stato definito da nessuna sentenza.
Allo stesso tavolo sarà convocata la SIAE più volte sollecitata dalla REA a sottoscrivere una nuova convenzione in sostituzione di quella revocata unilateralmente il 5 marzo 2004. In quella sede la REA sosterrà con fermezza la inderogabile necessità di pagare i diritti d’autore e connessi ad un unico soggetto, cioè alla SIAE, sempre che venga riconosciuto, come già detto, il lavoro di promozione che la radio effettua in favore della musica. Se così non sarà la REA intende mettere allo studio un’azione sindacale che riconosca alle radio e alle tv i diritti sul “format musicale e dell’intrattenimento”.
[box] ATTIVITA’ COLLATERALI DELLA REA[/box]
Nel quadro delle iniziative collaterali, la REA realizzerà il “1° corso di comunicazione” on line riservato alle emittenti associate che intendono innalzare il livello qualitativo nelle relazioni interpersonali e pubbliche.
Il corso è stato commissionato ad una società specializzata negli studi superiori delle relazioni aziendali. Presto verranno rese note le modalità di partecipazione.
“La Milano Sanremo della canzone italiana” è un “format musicale e d’intrattenimento” che la REA ha voluto realizzare per offrire alle radio, alle tv e agli artisti un anello di congiunzione per la conquista del grande pubblico nella convinzione che “un microfono, una telecamera e una canzone possono fare una rivoluzione”.
Ovviamente la nostra sarà una rivoluzione pacifica e artistica che porteremo, tappa per tappa, a partire dal 15 ottobre 2013 da Milano, per tutta l’Italia fino a Sanremo 2014.
Le emittenti interessate ad ospitare la Milano Sanremo della canzone italiana possono prenotarsi scrivendo a: ufficiostampa@reasat.it
E’ in corso di costituzione il Circuito Nazionale Televisivo “Le 100 TV”.
Alle emittenti televisive interessate verrà inviata, in via riservatissima, una bozza dell’atto costitutivo.
Come soci fondatori del circuito possono aderire solo le emittenti associate REA.
Successivamente si potrà valutare l’ingresso anche delle emittenti non associate ma referenziate da almeno due soci fondatori.
Antonio Diomede, Presidente REA
Ho trovato il vostro blog su google e sto leggendo alcuni dei tuoi post iniziali. Il tuo blog e’ semplicemente fantastico.
Le nostre idee e le nostre azioni operative sono la dimostrazione di come si potrebbe uscire dalla crisi che è essenzialmente crisi di identità e di valori. L’esperienza quotidiana di vita associativa ci ha insegnato che la crisi economica, con la quale l’Italia e gli italiani convivono da sempre, nasconde la sua vera origine che è il disinteresse dei cittadini alla vita attiva della nazione lasciando il potere nelle mani di pochissimi soggetti (capi parito, sindacati, associazioni) che lo esercitano per i loro fini lobbistici e, perggio ancora, personali. Aver testimoniato di trovare il programma della REA “fantastico” ci incoraggia a proseguire sulla strada del coinvolgimento del grande pubblico e degli artisti per una pacifica rivoluzione culturale.