(Foto: Nicolas Maduro sullo sfondo della capitale Caracas
Sempre più drammatica e confusa la situazione interna del Venezuela a seguito delle recenti elezioni che hanno riconfermato per la terza volto Nicolas Maduro come Presidente della Repubblica. Elezioni sulle quali pende l’accusa di gravi manipolazioni e brogli avanzate sia all’interno che all’esterno del Paese.
Non a caso ben undici Paesi non riconoscono la rielezione di Maduro: Argentina, Costa Rica, Cile, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Domenicana, Stati Uniti e Uruguay. Una decisione ribadita in un comunicato congiunto nel quale si chiede con forza una verifica imparziale e indipendente della votazione, nonché l’esame di tutti i verbali. Nel frattempo sono avvenuti altri avvenimenti importanti:
– Juan Carlos Delpino, membro del Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (Cne) si è rifugiato a Panama prima della divulgazione da parte del Cne – del risultato delle presidenziali;
– Carlo Barraza, dipendente dell’ambasciata argentina (oggi costretta alla chiusura ma rappresentata dal Brasile) è stato prelevato di notte presso la sua abitazione da agenti dell’intelligence venezuelana (Sabin);
– la procura del Venezuela ha spiccato un ordine di comparizione per il leader dell’opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia, indagato dalla magistratura per “usurpazione delle funzioni elettorali dello Stato”.
A questo punto sono in molti a temere lo scoppio di una guerra civile in Venezuela anche se il Presidente Maduro ha già mostrato in passato una grande capacità di imporsi anche nelle situazioni più complesse e drammatiche.
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