STATO DI AGITAZIONE DELL’EMITTENZA LOCALE
(il direttore generale del Mise Antonio Lirosi venga subito dimesso)
L’emittenza locale è in gravissima crisi occupazionale. Sono in atto 2500 licenziamenti a causa della distorta regolamentazione DPR 146/17 che avrebbe dovuto, per l’anno 2016, prevalentemente sostenere l’occupazione con un fondo di 89.671.995 di euro dei quali 78.706.670 alle tv e 10.965.325 alle radio locali. Il sistema prevedeva la partecipazione al bando con alcuni requisiti ritenuti fortemente sperequati rispetto alla popolazione regionale servita, per l’alto numero di dipendenti da assumere, per il fantomatico dato Auditel e per la mancato rispetto della direttiva europea sul “de minimis” che allo stato attuale l’importo complessivo dell’aiuto di Stato concesso ad una singola impresa non può superare i 200.000 euro in tre anni. Succede invece che il gruppo Telenorba di confindustria nei tre anni 2016/17/18 incassa dallo Stato 19.731.930 euro mentre Telemare di Gorizia che pure occupa 8 dipendenti di cui due giornalisti riceve 15.222. A cosa si deve tale enorme sperequazione di trattamento? Principalmente l’anomalia, ma non è l’unica, dipende dall’elevato punteggio assegnato al dato Auditel. Infatti analizzando le graduatorie si nota che alle emittenti iscritte ad Auditel è stato paradossalmente assegnato un punteggio che supera di gran lunga 17% come tutti avevano ingenuamente pensato, ma arriva al 46% medio a discapito della forza lavoro che il punteggio medio dall’ 80% scende al 54,4%. Dov’è l’inganno? L’inganno consiste proprio nel fatto che il DPR 146/17 non prevede un limite minimo e massimo del contributo ricevuto da ciascuna emittente in favore dell’occupazione mentre prevede l’inserimento del dato spurio Auditel voluto dalla lobby confindustriale per più facilmente accaparrarsi quasi l’intero fondo. Inoltre, in assenza di tali limiti di erogazione del contributo, secondo i nostri calcoli, all’emittente che, per assurdo, dovesse assumere 2.363 lavoratori, spetterebbe incassare l’intero fondo di 78 milioni di euro mettendo a zero la cassa!!! Tenuto conto che tra retribuzione e contributi previdenziali e assistenziali per un singolo dipendente si sopporta un costo medio mensile di 3.000 euro, per mantenere gli 11 dipendenti tutto l’anno a tempo pieno, in Puglia, occorrono 33.000 euro mensili e 429.000 euro annuali nella migliore delle ipotesi. Di fronte a tali cifre non c’è contributo statale che tenga senza consistenti fatturati derivanti dalla vendita della pubblicità divenuta una chimera per tutte le regioni e peggio che mai in Molise, Basilicata, Sardegna, Sicilia, Calabria e Campania. Ciononostante un regolamento impostato con il senso della onestà piuttosto che della ingordigia della lobby confindustriale poteva aiutare l’occupazione e le piccole e medie imprese radiotelevisive, magari ridimensionando a quattro il numero dei dipendenti imposti già contemplati dalla ex legge 448 ed eliminando del tutto il dato Auditel essendo partecipata da RAI/Mediaset/Cairo/Confindustria RadioTv, quindi in conflitto d’interessi con l’emittenza locale, oltre a non essere certificata da AGCOM. Ci sono altre ragioni per cui la REA in rappresentanza delle emittenti escluse dalla graduatoria o assegnatarie di contributi “elemosina” , pertanto PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE DELL’EMITTENZA LOCALE (eclatanti sono i casi di Telemare con 5.074 euro e Tele A 57 con 4.825 euro). In mancanza di una urgentissima revisione del DPR 146/17 voluto dal Governo Renzi il cui materiale gestore è il Direttore Generale del Mise Antonio Lirosi, INDICE una manifestazione pubblica di protesta da svolgersi a Roma il 18 settembre 2018. IL DIRETTORE GENERALE ANTONIO LIROSI DEVE ESSERE DIMESSO. IL MINISTRO DI MAIO COSTITUISCA UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA FORMAZIONE DELLE GRADUATORIE CONTRIBUTI 2016 RADIO E TV E GESTIONE DELLA PIATTAFORMA SICEM.
Roma, 10 agosto 2018
REA – Radiotelevisioni Europee Associate
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