TELECOMANDO DEMOCRATICO
(alla Commissaria ad acta Marina Ruggieri è stato detto in audizione: la REA non molla – le locali devono collocarsi dal 9 al 29)
L’audizione della REA con la Commissaria ad acta di venerdì scorso è stata di estremo interesse per la sperata fine del contenzioso sulla pianificazione numerica dei programmi televisivi digitali. L’interlocutrice, Prof.ssa Marina Ruggieri, si è dimostrata all’altezza del compito assegnatole dal Consiglio di Stato mostrando non solo una grande padronanza tecnica sull’ostica questione, ma un’ottima visione delle divergenti posizioni dei soggetti in campo. La posizione della REA è stata ribadita con forza e chiarezza dal Presidente, Antonio Diomede, che ha ripercorso la trama della squallida vicenda LCN orchestrata da AGCOM, MiSE e dai loro parenti stretti che conosciamo. Nel documento REA consegnato alla Commissaria si legge “… il sistema LCN svolge un ruolo più efficace rispetto all’assegnazione di una buona frequenza in quanto è essenziale nel consentire l’agevole accesso dell’utenza alla programmazione televisiva offerta sulla piattaforma digitale terrestre. Ciò per dire che le Amministrazioni MiSE e AGCOM avrebbero dovuto tener conto dell’equazione Buona frequenza + Buon LCN = Tutela delle storiche emittenti televisive ex analogiche operanti da quarant’anni in un mercato consolidato che ha garantito la massima occupazione mediante il confronto competitivo tra le imprese secondo principi di trasparenza e neutralità della regolamentazione, nonché, non ultimo, secondo i generali canoni della correttezza e della lealtà professionale” .
Parlando dei disagi subiti dagli utenti e del diritto delle locali ad occupare i primi numeri sul telecomando digitale la relazione REA ha evidenziato “…… l’utenza ha finito per perdere il riferimento della programmazione sul telecomando analogico per ritrovarsi, tuttora sperduto, in un ambiente digitale scompaginato rispetto alla sua quarantennale abitudine di visione e ascolto tv mediante l’ex telecomando analogico già preimpostato con i primi numeri fino al 6 sulle nazionali storiche e dal 7 al 30 sulle locali storiche (numero massimo di canali dei vecchi televisori bianco e nero). La REA, per questi fondamentali motivi, insiste nel sostenere con la forza del diritto, delle regole del mercato e della ragione che una nuova ipotesi di Piano LCN non può non riservare i numeri dal 9 al 29 alle emittenti locali storiche ex analogiche così come è giustamente stato fatto per le emittenti storiche nazionali ex analogiche. Il vantaggio di tale atto di giustizia è la fine del contenzioso in atto con l’AGCOM e il MiSE che in caso contrario non si fermerebbe neanche di fronte alla paventata ipotesi di risolverlo con l’emissione di un dispositivo di legge in quanto sarà anch’esso impugnato davanti alla competente Commissione europea e/o alla Corte Costituzionale”.
San Cesareo, 06 ottobre 2014
REA – Radiotelevisioni Europee Associate
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